26 gennaio 2014
MESSAGGIO PER LA FESTA DELLA FAMIGLIA
È bello
godere per le cose belle che ci sono donate. La famiglia è una di queste: la
famiglia da cui veniamo, quella a cui abbiamo dato inizio, tutte le famiglie
del mondo.
Viviamo
questa giornata radunandoci intorno ai nostri figli ed in compagnia dei loro nonni,
dandoci e donando loro del tempo. Colpisce quanto confidato un giorno da Papa
Francesco: “Quando confesso domando: ‘Ma
quanti figli ha lei?’, e mi dicono quanti sono. E io chiedo: ‘E mi dica lei
gioca con i suoi figli? Come padre ‘perde il tempo’ con i suoi figli?”.
I figli ci richiamano alla bellezza del compito educativo. Come non pensare al motto di don Bosco, le cui reliquie saranno a
Milano fra pochi giorni: i nostri figli possano diventare ed essere “buoni
cristiani e onesti cittadini” .
Sui nonni papa Francesco ci ha ricordato
che “i nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E
un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore!”.
Viviamo
questa domenica con un duplice sentimento: da una parte “vogliamo soprattutto
ricordare la testimonianza semplice, ma
bella e coraggiosa, di tantissime famiglie, che vivono l’esperienza del
matrimonio e dell’essere genitori con gioia”.
D’altra
parte “ci avviciniamo con attenzione e
affetto alle famiglie in difficoltà”, “non
possiamo ignorare la sofferenza di tante famiglie, dovuta alla mancanza di
lavoro, al problema della casa, alla impossibilità pratica di attuare
liberamente le proprie scelte educative; la sofferenza dovuta anche ai
conflitti interni alle famiglie stesse, ai fallimenti dell’esperienza coniugale
e familiare, alla violenza che purtroppo si annida e fa danni anche all’interno
delle nostre case”.
In
questo contesto ci rendiamo conto che “si
rendono necessarie politiche appropriate che sostengano, favoriscano e
consolidino la famiglia!”.
Come
comunità cristiana ci viene in mente
l’idea di Chiesa come “ospedale da campo”
di Papa Francesco e ci domandiamo: cosa
possiamo oggi offrire? Quale aiuto possiamo dare?
A.
Innanzitutto “come Chiesa offriamo una concezione della
famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza
tra uomo e donna, e della sua fecondità”.
E’ vero che le situazioni concrete oggi vissute dalla
famiglia pongono sfide pastorali
inedite. Su questi temi è stato indetto un Sinodo che si terrà in due sessioni in ottobre e poi nel
2015. Numerosi sono i temi aperti …. Citiamo il tema dei sacramenti ai
divorziati risposati, quello della diffusione delle coppie di fatto, che non
accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea, quello dalle unioni fra persone dello stesso
sesso, la realtà dei matrimoni misti o interreligiosi, la famiglia
monoparentale, il diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in
affitto); in ambito più strettamente ecclesiale, l’indebolimento o abbandono
della fede nella sacramentalità del matrimonio.
C.
La terza cosa che
possiamo offrire è la ricerca, insieme,
di uno stile di vita e di relazione ispirati al Vangelo. Papa Francesco ci
ha suggerito: “per portare avanti una
famiglia è necessario usare tre parole. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave! Chiediamo
permesso per non essere invadenti in famiglia. “Posso fare questo? Ti piace che
faccia questo?”. Col linguaggio del chiedere permesso. Diciamo grazie, grazie
per l’amore! Ma dimmi, quante volte al giorno tu dici grazie a tua moglie, e tu
a tuo marito? Quanti giorni passano senza dire questa parola, grazie! E
l’ultima: scusa. Tutti sbagliamo e alle volte qualcuno si offende nella
famiglia e nel matrimonio, e alcune volte - io dico - volano i piatti, si
dicono parole forti, ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza
fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! “Scusatemi”, ecco, e si
ricomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa!”.
Le comunità cristiane del Decanato di Cesano Boscone
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